
E' il tragico monologo di una donna che aspetta un figlio guardando alla maternità non come ad un dovere, ma come ad una scelta personale e responsabile. Il monologo comincia nell'attimo in cui ella avverte di essere incinta e si pone l'interrogativo angoscioso: basta volere un figlio per costringere alla vita quel figlio? Piacerà nascere a lui? Il monologo diventa quasi una confessione alla propria coscienza, mentre il dramma matura nutrito da altri personaggi, tutti testimoni ignari di quel rapporto impossibile, basato su un'altalena di amore e di odio, di tenerezze e di risse.